Simonetta Scala
SOUVENIR
Various Bali #1
Una mattina, davanti a un tempio in cui non sono entrata, ho comprato da una bambina un pacchetto di cartoline: Various Bali Postcards. In quella confezione, che si sfoglia a libretto, ci sono templi maestosi e vulcani con la cima fra le nuvole, risaie che disegnano il paesaggio con geometrie armoniche e curvilinee, scimmie che guardano dritto in macchina con una domanda negli occhi, dipinti tradizionali che narrano con grazia avvenimenti cruenti; ci sono cerimonie e ingressi di templi, come porte aperte sull’aldilà, dominati da una simmetria costante, danzatrici dal trucco perfetto e i vestiti sontuosi, uomini ricoperti con quella stoffa a quadretti bianca e nera, kain poleng, che protegge chi la indossa (statua, albero, essere umano) e che simboleggia l’equilibrio fra il bene e il male, il giorno e la notte, il maschile e il femminile, la vita e la morte: insomma tutti quei concetti che siamo abituati a guardare come opposti e il cui incontro genera la vita e il movimento, come si può accorgere chiunque si metta a fissare quei quadretti, che, guardati, non vogliono stare fermi e costringono al movimento anche i nostri occhi.
Occhi che poi, cercando quel tipo di bellezza che non si trova nelle cartoline, si fermano a riposare su una pianta, su un muro in cui il grigio ci dimostra di essere un colore, su schegge di legno graficamente modulate dal tempo, su un oggetto che incanta.
E così via.